un po’ di chiarezza…

I pochissimi lettori del mio blog www.ilcommissarioborachia.altervista.org , e delle sue ricopiature (o ricopiature di gruppi o singole persone più preparate di me) sul mio fb sapranno ormai che -in maniera a volte dura ma sincera e democratica- non vedo bene l’operato dell’attuale ministro miur, ma soprattutto degli staff del miur che in questi ultimi 20/30 hanno diretto l’istruzione, rendendo la docimologia, la (supposta) organizzazione e UNA pedagogia imposta come l’UNICA pedagogia a una vita scolastica condivisa, aggiornata liberamente, discussa e democratica; e soprattutto basata su CONTENUTI irrinunciabili, A PARTIRE DAI QUALI sia l’insegnante che il docente possano ritagliare insieme le proprie strade, i propri livelli, e non viceversa…rendendo queste cose, dicevo, la sostanza della istruzione pubblica…

Per cui, forse ci si aspetterebbe che io godessi alla vista delle ultime manifestazioni studentesche contro la proposta riguardante l’esame di stato prossimo. Ho scritto esame di stato perché si assiste a un certo starnazzare sulla maturità, ma le povere secondarie di primo grado (“medie”), che dovrebbero essere il nerbo dell’istruzione del Paese e della costruzione del contatto buono tra adulti e ragazzi, sono l’ennesima Cenerentola, a Roma e nelle singole città…

Invece le immagini e la sostanza mi hanno fatto soprattutto tristezza: i soliti megafoni, la solita bocca atteggiata che si stringe e poi allarga per gridare frasi previste. La solita differenza quantitativa ENORME nella partecipazione dei “contestatori” fra grandi città e province prese a macchia di leopardo, che fa sospettare -così come nelle manifestazioni antivaccinali- un’inversione di consapevolezza e dignità politica fra metropoli e città qualsiasi… Ma, soprattutto, mi intristisce la ragione della protesta nauseabondantemente ripetuta, che si basa su due banalità in parte false, in parte ovvie:

  1. NON vogliamo tornare a fare uno scritto
  2. perché siamo stati “DUE anni in dad”

sarebbe facilissimo dimostrare la parziale falsità della seconda ragione, così come dimostrare che ci sono stati episodi non irrisori di superficialità, disonestà, infantilismo mentre singole scuole e soprattutto insegnanti offrivano strumenti artigianali e perfezionabili quanto si vuole, ma efficaci e sinceri per continuare a FORMARSI, prima ancora che Roma e le Presidenze intervenissero stabilendo le dinamiche, le norme, etc. delle azioni. Sempre che formazione e cultura siano l’obiettivo, non una sufficienza regalata o un 300&lode per far lacrimare la zia di commozione [si rilegga ad esempio il parere del compianto Ezio Bosso sui saggetti di musica*]

Potrei citare una moglie che insegna alle medie insieme a migliaia di colleghe/i, che non è MAI -rischiando- stata in DAD se non per classi e periodi circoscritti, che ci sono anche ora quanto e più di prima. E NESSUNO (“i DATI!”, come dice sorridendo in tv il professor Bianchi) potrebbe smentire.

Per inciso, ricordo che in uno di questi circoscritti periodi la profe accettò con un giro di telefonate con ottimo Preside e genitori intelligenti (quelli che non hanno le mani lunghe) di fare qualche incontro a distanza non obbligatorio. A un certo punto andò via la corrente…quando fu riattivata, dalla stanza vicino si sentì un coro contento “è tornata la profe!!!”…già, cara professoressa (per pochi anni) Barbara Floridia: siamo rimasti al Libro Cuore…

Quello che preoccupa della protesta è che è – in senso filosofico – negativa, cioè si basa sul “non”, e la parte propositiva è il ritorno alla “tesina” che tanto male ha fatto alla crescita dei ragazzi negli ultimi 30 anni, inventata da una sinistra facilona e cavalcata dalla destra morattiana…

Eppure, come accade in tutte le cose della vita, un po’ di ragione i contestatori ce l’hanno:

  • un Ministero che è stato quasi sempre in ritardo sulle comunicazioni nodali, virus o non virus
  • un ministero che non è servo, come l’etimologia vorrebbe, di ragazzi e insegnanti, ma paternalista padrone
  • un ministero che non legge nemmeno i pareri elaborati del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, l’unico organo eletto democraticamente, ovviamente solo consultivo (mentre i tribuni della plebe nella ormai inutile società antica avevano diritto di veto)
  • un ministero che si auto-vanta delle proprie sedicenti innovazioni, in realtà quantitativamente assai parziali, mentre quel CSPI dice il contrario motivato
  • un ministero che non ricerca un confronto serrato e una condivisione reale con studenti e soprattutto, rileggendo bene l’articolo 33 della NOSTRA Costituzione, Docenti.

Credo che un Presidente esperto di sette anni e al tempo stesso nuovo (in tutti i sensi, giornalisti ideologizzati permettendo) dovrebbe riflettere su questo, perché qui sopra ci saranno scritte cose opinabili, ma reali. E con lui, di più, tutti noi, paolo

*https://www.open.online/2019/06/11/ezio-bosso-e-la-musica-nelle-scuole-facciamola-ascoltare-ai-bambini-dallasilo/

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