L’uomo, il potere e la storia

L’uomo, il potere e la storia

Dicono che Annibale, all’età di otto anni, fu accompagnato dal padre presso un altare sacro e lì giurò eterno odio contro i Romani; e che tenne sempre fede al giuramento. L’episodio è testo di alcune versioni in lingue morte praticate al ginnasio (quello che ora chamano biennio del classico) soprattutto per insegnamento linguistico, guardate con stanchezza e sufficienza, talvolta (sempre meno) con paura dai ragazzini, come aneddoto abbastanza infantile; per cui, quando da ragazzini si diventa giovanotti, nella migliore delle ipotesi si preferisce fare gli intellettuali hegeliani o marxisti, o studiare da politici o da “imprenditori di se stessi”, nell’ipotesi media sentirsi superiori alle materie principe della scuola scelta (mai dimenticare questo aspetto, per favore…) da tirare avanti e da aggirare, tipo finestra da saltare e minestra da mangiare; nella peggiore gli si sostituiscono “serate”, alcool, canne…

E SE NON FOSSE COSI’?

Tra la prima guerra punica e le fasi più salienti della seconda passarono circa 25 anni…

E se il capo dei servizi segreti tra i più potenti del mondo si fosse sentito umiliato dalla caduta del muro? Dalla vittoria di uno Eltsin? Dal successo di un Woityla? Dala risonanza simpatica di film come “Il Concerto” di Radu Mihailanu? (1989-2022) e desiderasse una chiara e tonda rivalsa?

Forse storici, analisti geopolitici odierni, giornalisti direbbero che la parte personale è insufficiente per essere nodale quanto quella politica-economica. Che oggi si fanno cose serie.

E QUI SI VEDE LA SUPERIORITA’ DELLA CULTURA ANTICA.

Gli antichi distinguevano la STORIOGRAFIA e la BIOGRAFIA come cose da studiosi specializzati, cose serie, la cui complementarietà era indispensabile. A sua volta, da Tucidide e Platone in poi la storiografia si divideva in storia “per fatti” e spiegazione dei fatti, e “per virtù, per la propria polis, per una visione globale delle ideologie che l’autore portava avanti”. Fino a quando non nascevano geni come TACITO, forse il più grande storico di tutti i tempi, che sapeva mescolare oculatamente TUTTI questi aspetti non servendo una formuletta presuntuosa bell’e pronta per spiegarli, ma l’autenticità dei problemi, su cui chiamava a decidere il lettore… Questo modo di vedere era lontanissimo dalle crocette, dalle competenze, dai questionari: bisognava conoscere conoscere conoscere e le sinapsi cerebrali e culturali prima o poi producevano, sull’interpretazione del passato/presente, ma anche sulle possibilità per il futuro…

Ma cosa volete: vecchiume, aneddotica infantile, grammatiche morte inutili…

Eppure…chissà!

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