ministerium deficiens, 7

“…quando sei bambino/a o preadolescente la tua mente non è in grado di gestire la complessità di alcune esperienze a cui puoi avere accesso, ma per cui non possiedi competenze emotive-cognitive di rielaborazione e integrazione dentro di te. E’ qualcosa di cui noi genitori dobbiamo essere assolutamente consapevoli. Altrimenti nella vita dei nostri figli entra il peggio e nella loro mente, dimensioni ed esperienze che hanno significati e risvolti emotivi enormi (la vita e la morte lo sono; la violenza fine a se stessa lo è; il gioco che si trasforma in esperienza per vincere soldi o per subire la morte lo è) si depositano in modo caotico e disorganizzato. Potendosi anche trasformare in esperienze traumatizzanti, ovvero che il soggetto non riesce a gestire nella propria psiche. E perciò ne rimane disturbato e impattato.
Sono parole di Alberto Pellai, che sta commentando su richiesta di un’insegnante delle elementari la notata abitudine nei bambini di guardare la serie televisiva orientale (in teoria vietata ai minori di 14 anni) “Squid Games”. Chi fosse interessato al fenomeno, e ai titoli, ai libri, alle capacità che presenta Pellai -psicoterapeuta e scrittore- può dare un’occhiata sui motori internet e sulla sua stessa pagina fb.
A Pelai si potrebbero affiancare un Paolo Crepet, un Vittorino Andreoli, tutti esperti di psicologia applicata, che si pronunciano in continuazione per l’indispensabilità di far percepire ai bambini e agli adolescenti un senso di autorità dell’adulto e delle funzioni adulte (genitoriale, insegnante…); un recente libro di Pellai si intitola eloquentemente “Vietato ai minori di 14 anni” (De Agostini ed.); in un recentissimo intervento radiofonico Pellai parla della indispensabilità per i diciottenni di “individuarsi, capire chi vogliono essere da adulti” (https://www.youtube.com/watch?v=LI6KR03TFs0).
La scuola occidentale, e quella italiana non prima ma certo ai primi posti, è per alcvuni aspetti, in senso educativo, e di conseguenza istruttivo, allo sbando. E molti sostenitori della positività dello sbando (giornalisti, associazioni culturali e fondazioni, tecnici “progettisti” del miur, dirigenti scolastici quali cinghia di trasmissione -obtorto collo o sinceramente) si presentano come innovatori e progressisti. L’attacco è innanzitutto alle secondarie di primo grado (le cosiddette “medie”) e alle superiori tradizionali). Si afferma che le elementari hanno capito e vanno meglio, soprattutto alla luce dei risultati testistici invalsi. Ma “cantarsela e suonarsela” non è mai stato un metodo onesto.
Infatti, che cosa constatano, e non in pochi casi sporadici: sempre più spesso – gli insegnanti (secondo me positivi e preparati) delle “medie”?:
-bambini iperattivi, che non riescono a stare fermi un attimo; e qui non stiamo parlando , come in altri tempi, di stare immobili in modo innaturale e non-motivato: stiamo parlando del cammino inverso : NON RIUSCIRE a star fermi un attimo
– bambini presuntuosi (“ma no, professoressa, “bisogna” non è un verbo: la maestra ci ha insegnato gli impersonali, e “bisogna” non c’era…”)
– bambini sfasati rispetto alla propria età (anche questo è un tema di cui gli psicologi di cui sopra parlano con le idee chiare: quanto un’età è capace di recepire adeguatamente certe azioni e proposte, o non ne sia ancora -naturaliter- in grado (“ma, professoressa…è legale? Lei lo piò fare?!?)
– bambini che non vogliono scrivere, non hanno nel loro orizzonte il riassumere (anche poco, in modo facile, guidato con benevolenza)
o questi sono tutti sogni e balle, o dove sia questa auovalutata superiorità invalsi delle elementari, è tutta da vedere…
La situazione è peggiorata da genitori che pretendono di fare a distanza il mestiere insegnante, ma non lo sanno fare: perché non pretendono -come è giusto e sacrosanto- che un insegnante e un gruppo di insegnanti dichiarino in anticipo i loro metodi abituali, i passaggi della loro azione annuale, i contenuti più importanti. ma PRESTENDONO, ESIGONO una programmazione chiusa, definita e precisa, il che tarpa le ali alla sostanza dell’educatività e dell’istruzione: camminare con l’alunno, variare ove se ne ravvisi la necessità, caricare, alleggerire, cogliere la palla al balzo, affrettare, bloccare, rimandare…
Il bello è che a molti colleghi e Dirigenti hanno – come direbbero Aldo Giovanni & Giacomo- “attaccato il morbo” e si inventano noiosissime quanto retrive riunioni per arrivare a questo (perché sai, poi allo scrutinio finale c’è sempre il pericolo dei ricorsi…); questo ultimo spunto è particolarmente importante, in quanto ci siamo dimenticati che “il sabato è fatto per l’uomo, non l’uomo per il sabato”: i ragazzi infingardi, i genitori poco adeguati e non sempre gentili sanno perfettamente che le cose stanno così. E qui, Hegel direbbe che l’antitesi si è sostituita alla tesi e alla sintesi.
Nessuno “che conta” può salvare i nostri bambini & ragazzi e la dignità degli insegnanti prepasrati e positivi? Presidente? Parlamentari? Giornalisti-al di qua dei blasoni- non “usa e getta” per storie già scritte? Certo la speranza è l’ultima a morire…ma-si sa- chi visse sperando….

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